La mia scelta


Se quattro anni fa mi avessero prospettato un cambiamento di vita come quello che poi realmente ho vissuto, non ci avrei creduto, probabilmente ci avrei riso su. Come tante altre donne dopo l’università ho cominciato a lavorare con la voglia di emergere, di dimostrare soprattutto a me stessa che potevo realizzarmi pienamente e il lavoro e la carriera erano i mezzi che consideravo utili a tale scopo. Certo la sfera privata era importantissima anche allora, ho sempre pensato che avrei avuto dei figli e la mia famiglia, mio marito, il tornare a casa la sera dopo una lunga giornata di lavoro, mi davano sempre una grandissima carica, ma tutto sembrava essere inserito in uno schema fisso che tale doveva rimanere perché niente andasse per il verso sbagliato.
Le mie certezze però hanno cominciato a vacillare quando sono rimasta incinta per la prima volta: ero felice ma anche preoccupatissima, proprio in quel periodo avevo avuto un piccolo avanzamento al lavoro dopo un anno molto difficile, gestivo il mio ufficio commerciale, il nuovo amministratore era contento di me, l’idea di mollare per “qualche mese” proprio non mi andava giù, ero davvero combattuta tra due sentimenti profondamente contrastanti e quando stavo per finire il terzo mese di gravidanza ero più che altro terribilmente confusa e insoddisfatta, poi ho perso il mio bambino e con lui anche le mie convinzioni più radicate.
 Mi sono ributtata nel lavoro con più energia di prima ma tutto mi appariva diverso: tutta la paura di non farcela, di non riuscire a dimostrare quanto valevo, di non guadagnare quanto volevo, non esistevano più, scomparse… ed io ero ancora più confusa.
Un anno più tardi  aspettavo di nuovo un bambino, questa volta però nessun dubbio: ero felice, pronta a tutto per il benessere di mio figlio e tutto sommato ancora piena di energie da dedicare al lavoro.
Con il passare dei mesi l’idea di diventare mamma mi elettrizzava, a volte mi angosciava, molto più spesso mi perdevo in sogni ad occhi aperti immaginando la mia giornata con la mia bambina (una femmina!), ma niente  poteva prepararmi a quello che ho provato quando ho tenuto tra la braccia per la prima volta Agnese, in quel momento davvero la mia vita ha iniziato a cambiare. E’ stato un cambiamento lento, a volte sofferto perché ho dovuto rimettermi in discussione molte volte, ho dovuto cercare di entrare in contatto con la parte più autentica di me stessa (troppe volte sepolta sotto  a convenzioni e a desideri indotti da altri), ma con la mia bambina cresceva anche la mia consapevolezza e ringrazierò a vita i miei figli per questo.
Sono rientrata al lavoro dopo aver usufruito di tutta la maternità facoltativa, Agnese aveva nove mesi. Mi ero organizzata con una baby sitter, per vari motivi non potevo affidare ai nonni o ad altri famigliari la bambina mentre lavoravo. Ricordo perfettamente quel primo giorno di lavoro: stavo male, non potrei descrivere in altro modo il mio stato d’animo, non volevo separarmi dalla mia bambina, per quanto mi ripetessi che lei sarebbe stata bene, che era solo per poche ore, tutto il mio essere mi diceva tutt’altro, ed anche il mio corpo evidentemente non era d’accordo perché quella prima mattina i seni si gonfiarono di latte come non mi capitava da mesi. Avevo concordato con l’azienda un rientro “morbido”, avrei dato fondo a tutte le mie ferie arretrate per  lavorare qualche ora in meno e poi avrei chiesto il part time. Per quanto Agnese fosse accudita con dedizione ha risentito del distacco, ha cominciato ad ammalarsi, spesso piangeva quando mi vedeva partire la mattina (ed io stavo peggio di lei), in azienda tra l’altro l’atmosfera non era più quella che ricordavo, il mio ruolo era stato ovviamente ridimensionato dopo la lunga assenza, ma non mi importava, lavoravo per lo stipendio, contando le ore che mi separavano da mia figlia. Ho resistito sei mesi, il part time prima promesso mi è poi stato negato e nel giro di tre giorni ho deciso di licenziarmi. Non è stata una scelta facile, forse se non mi avessero negato un orario più flessibile avrei continuato a lavorare, ormai erano dieci anni che davo tanto di me a quel lavoro, ma sono ancora convinta della mia scelta, con il senno di poi è stata la scelta migliore per me e per la mia famiglia.
Il giorno dopo le dimissioni è  iniziata la mia nuova vita da mamma a tempo pieno, ricordo ancora di essermi svegliata quella mattina con la mia bambina accanto, ci siamo concesse di poltrire un po’ sul lettone e poi siamo uscite a passeggiare, era marzo inoltrato ma c’era il sole, l’aria era tiepida e la primavera stava già colorando tutto il paesaggio, si potevano già sentire i profumi della nuova stagione… mi sentivo libera, ottimista, e Agnese mi sorrideva felice.
Sono diventata quindi la mamma full time di due splendidi bambini ( un anno dopo le mie dimissioni infatti stringevo tra le braccia anche il piccolo Paolo), ho scelto di crescere i miei figli personalmente perché è quello che voglio, perché sono convinta che i miei bambini abbiano bisogno di me adesso, nei loro primissimi anni di vita più che mai. Questa scelta ha cambiato molto anche il nostro tenore e stile di vita, vivere con un solo stipendio richiede pianificazione, molte rinunce e attenzione, ma in cambio ho avuto moltissimo.
E’ socialmente accettato indebitarsi o meglio “investire” su di una macchina nuova, sulla casa, su un corso di formazione, su una vacanza, su un elettrodomestico, ma sembra invece essere  quasi una scelta poco ponderata quella di “investire” sui primi anni di vita dei nostri figli, io ho scelto di dedicare alcuni anni della mia vita, e quindi i soldi che non guadagnerò,  ai miei bambini. Più avanti probabilmente tornerò a lavorare e malgrado il periodo voglio essere positiva e credere che riuscirò a reinventarmi anche lavorativamente.

In questo blog quindi vorrei condividere la mia quotidianità che so essere comune a tante altre mamme, le mie letture, i miei dubbi, i piccoli trucchi che ho sperimentato per facilitarmi la vita a volte davvero intensa e frenetica (eh si… fare la mamma a tempo pieno è anche faticoso a volte), e perché no? Magari ricevere anche qualche buon suggerimento per migliorare!

9 commenti:

  1. Grazie per questa bella testimonianza, l'ho letta e "sentita" con le lacrime agli occhi. Nove anni fa feci la stessa scelta: accudire personalmente il mio bambino finchè non fosse andato all'asilo, "poi si vedrà". E poi è arrivata sua sorella, poi suo fratello, e ora una quarta vita sta prendendo forma dentro di me. E seppur con tutte le difficoltà che comporta essere una famiglia monoreddito, oggi ho la certezza che non vorrei essere in nessun altro posto diverso da qui: con i miei bambini, mamma a tempo pieno.

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    1. Marika grazie a te! Dimostri un coraggio e un amore enormi, perchè ci vuole coraggio oggi molto più di ieri per compiere una scelta come la tua. Testimonianze come la tua mi ricaricano di ottimismo e volontà! Un grande "in bocca al lupo" per la tua quarta gravidanza, mi piacerebbe molto sapere qualcosa della vita quotidiana di una famiglia come la vostra,sicuramente sei un pozzo di consigli mirati e trucchetti di sopravvivenza :-)

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  2. Ho fatto la tua stessa scelta, quattro anni fa. Non che sia sempre stato semplice, economicamente soprattutto. Ma pian piano, quando lei ha iniziato la materna, io ho iniziato a ritagliarmi dei momenti, dò qualche lezione, vendo alcune mie creazioni, mi reinvento, mi invento, improvviso. Ma non rinuncerei mai alle passeggiate mano nella mano con lei, all'esserci sempre stata, all'esserci sempre, ai nostri risvegli calmi, alle giornate in cui decido che si può bigiare e semplicemente starcene a poltrire, a coccolarci, a litigare anche.
    Diventando mamma ho scoperto lati di me che non conoscevo, sono diventata più matura da una parte e sono tornata bambina dall'altra, ho sentito la creatività scorrere nelle vene, la voglia di lavorare con i bambini, di realizzare almeno in parte quei sogni che avevo lasciato chiusi in un cassetto. Pare che ci stia riuscendo. Ci sto riusciendo.
    Riuscirai anche tu.

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    1. Che bello! Sono felicemente stupita di leggere esperienze così comuni alla mia, a volte mi sono sentita giudicata per la mia scelta, spesso non sono stata capita proprio da altre mamme come me. Anch'io ho scoperto in me risorse che non credevo di possedere prima di diventare mamma, il cambio di vita poi mi ha permesso di ridare il giusto valore al tempo, perchè è inutile nasconderlo con i bambini non si deve avere fretta, a loro non importa se servono ben 10 minuti per commentare la bellezza di un insetto che si è insediato chissà come in casa, e quando ci si rilassa davvero e si comincia a guardare la realtà a attraverso i loro occhi, ci si rende conto che tutto appare più bello, meno problematico, più semplice. Credo che tu abbia ragione inoltre su un'altra cosa, anch'io con la maternità ho ricominciato a chiedermi che cosa volevo davvero per me stessa, ho cominciato ad avere il tempo e il coraggio anche per ripensare a tanti progetti messi da parte in nome della "carriera", si... diventando mamma spesso rientriamo in contatto con la parte più autentica di noi stesse.

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  3. Ho messo al nido la mia prima figlia con tante preoccupazioni ma poi tutto sommato non è andata male, con la seconda nata in condizioni critiche le cose sono state diverse abbiamo rischiato di perderla due volte ed ora sono sempre con lei anzi con loro, la vita è cambiata si da importanza alle cose essenziali, per il momento non lavoro, sono mamma a tempo pieno e orgogliosa di esserlo

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  4. Michela grazie per questo tuo contributo, probabilmente non posso nemmeno immaginare cosa tu abbia passato, mi fa male solo a pensarci. E' vero, quando si sceglie di dedicarsi completamente ai propri figli (parlo ovviamente di scelta maturata e non imposta)le priorità cambiano necessariamente, così come molti dei nostri valori e cambia il nostro modo di percepire la realtà, almeno questo è successo a me. Ho rinunciato a qualcosa restando a casa con i miei bambini, ma in cambio ho avuto moltissimo, molto più di quello che potevo immaginare appena cinque anni fa'. Un abbraccio da mamma altrettanto orgogliosa! :-)

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  5. Sono senza parole perchè genitori si diventa e non si nasce adesso ci sono i corsi per diventare genitori sei d'accordo?
    Ketty

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  6. Complimenti Silvia per le tue scelte e il tuo coraggio! Attraverso i tuoi racconti nel blog si percepisce quanto Amore hai per i tuoi figli e con quanta gioia affronti la tua vita di "mamma a tempo pieno" ;-)
    Marina

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  7. Marina grazie! Il mio coraggio comunque credo sia quello che ogni mamma trova dentro di sè quando guarda suo figlio, davvero sono sicura che la maternità riesce a tirarti fuori l'impossibile :-), qualsiasi scelta alla fine si compia. Un caro saluto!

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