La scelta della scuola materna
non è scontata e non è sempre facile perché innanzitutto nel nostro paese
l’offerta è insufficiente e troppo spesso “omologata”, esistono scuole
dell’infanzia private che hanno fatto della qualità del servizio erogato un punto
di forza, basti pensare alla scuola steineriana
o alla scuola montessori, ma la maggior parte della famiglie non possono
permettersi l’impegno economico che richiede la loro frequentazione, sono
comunque convinta che si può e si deve pretendere un livello di qualità medio
anche in una scuola dell’infanzia statale, parrocchiale o comunale e per
giudicare il livello di qualità, a mio parere, si deve tenere conto di alcuni
aspetti fondamentali, consiglio quindi di indagare in fase di scelta
soprattutto su questi:
- Numero di alunni per insegnante
Più sono i bambini gestiti dalla
singola maestra e più il livello di qualità della scuola si abbassa, è
inevitabile, le stesse maestre lo sanno benissimo, tante volte mi sono sentita
ripetere dalla maestra di mia figlia che tutto sarebbe più facile e più
stimolante per il bambino se il numero di alunni per classe fosse al massimo
15. Spesso in una classe di 27 bambini
(come quella che frequentava mia figlia) ci sono dei “tempi morti” per
assolvere determinate incombenze, come per far uscire all’aria aperta i bambini
d’inverno poiché per vestire tutti i bambini con capotto e berretto si perde
troppo tempo, oppure si è costretti a saltare il rituale del lavaggio dei
dentini dopo pranzo, altrimenti non si ha il tempo di portare avanti l’attività
didattica. In generale con meno bambini le maestre possono trasmettere di più,
organizzare più attività, seguire personalmente meglio ogni singolo alunno.
- Tempo dedicato all’attività all’aperto
Anche se la struttura che avete
scelto non possiede un parco giochi meraviglioso, è importante informarsi sul
tempo che nell’organizzazione della giornata tipo a scuola è dedicato al gioco
e all’attività all’aperto. Troppo spesso infatti a promesse di uscite
giornaliere seguono settimane di attività solo all’interno dell’edificio
scolastico. E’ importantissimo che un bambino piccolo possa godere del gioco
all’aperto e di tutti i benefici di una buona ossigenazione, inoltre i pediatri
raccomandano di far uscire i bambini giornalmente e per almeno un’ora e mezza
anche per diminuire le possibilità di epidemia di virus stagionali, che
proliferano e colpiscono un maggior numero di bambini quando l’attività
didattica è fatta regolarmente solo al chiuso. Molte maestre giustificano il
poco tempo dedicato all’attività all’aperto lamentando il poco tempo da
dedicare all’attività didattica, ma il parco della scuola deve essere
considerato come un’aula per l’attività didattica, altre volte invece si decide
senza interpellare i genitori che durante l’inverno è meglio sospendere i
giochi all’aperto, ma in realtà il freddo è molto meno pericoloso del caldo
afoso per il bambino, che coperto bene deve uscire soprattutto d’inverno quando
è massimo il pericolo di contagio da malanni stagionali, tra l’altro il freddo
spesso è solo una banale giustificazione, probabilmente il dover vestire quasi
trenta bambini comporta troppo dispendio di tempo.
- L’accoglienza
Una scuola di qualità deve
mettere a suo agio il più possibile il bambino, soprattutto durante l’inserimento
del primo anno, le maestre devono prevedere un periodo in cui il genitore possa
in tutta tranquillità accompagnare il proprio figlio nel percorso di inizio
della nuova e importante esperienza, sappiamo che ogni bambino è diverso ed
ogni bambino ha esigenze diverse, lasciare
spazio e tempo all’adattamento del bambino al nuovo ambiente e ai nuovi
ritmi è non solo auspicabile ma doveroso.
Per quanto riguarda poi
l’accoglienza giornaliera dei bambini all’entrata a scuola devo spendere alcune
parole: spesso la scarsità di personale (o meglio il bilancio economico della
scuola) impone che i bambini vengano accolti tutti nel salone fino all’inizio
delle attività didattiche, ma una buona accoglienza giornaliera, organizzata
nel rispetto del bambino, dovrebbe prevedere che il bambino sia accolto dalla
sua maestra e nella sua classe, in un clima di tranquillità e poca confusione,
in un ambiente rilassante, molti asili invece impongono ai bambini di attendere
l’inizio delle attività raccolti in un salone, controllati da insegnanti
diverse, in un ambiente caotico e poco organizzato e solitamente, tenendo conto
anche di chi usufruisce dell’entrata anticipata, si tratta di un tempo di
attesa intorno ai 40 minuti o anche un’ora. Ho potuto constatare la differenza tra
i due tipi di accoglienza sua mia figlia, nei giorni in cui la scuola “riesce”
ad organizzare l’accoglienza in classe i bambini sono molto più sereni, si
“staccano” al momento del saluto dai genitori molto più facilmente e contenti
iniziano subito a giocare con i compagni, invece nei giorni in cui
l’accoglienza viene fatta in salone i bambini sono più spaesati, più nervosi,
non interagiscono subito come in classe, faticano a lasciare andare la mamma, tutto
è più difficile.
- Le punizioni
Ero convinta che nel 2013 non si
parlasse più di “castigo” alla scuola materna, ero convinta che con tutti i
passi avanti della pedagogia e della psicologia, l’uso del castigo fosse stato
bandito dai metodi didattici applicati sui bambini di tre, quattro e cinque
anni, invece ho scoperto proprio con l’entrata all’asilo di mia figlia che non
è così. Il castigo o la punizione sono ancora largamente utilizzati come metodi
educativi dalle maestre, solitamente si tratta di punizioni “soft” come il time
out (ossia lasciare il bambino per qualche minuto seduto in disparte rispetto
ai compagni per farlo “riflettere” su quello che ha commesso), oppure può
essere una nota scritta su un tabellone appeso in classe, altre volte si tratta
di punizioni più pesanti. In ogni caso non date per scontato nulla, chiedete
con molta franchezza alla futura maestra di vostro figlio o alle educatrici che
incontrerete agli Open day della scuola come si comportano quando il bambino
non “esegue un ordine” o non si “comporta bene”. Ricordatevi che vostro figlio
per quanto piccolo ha gli stessi diritti di una persona adulta, e tra questi
c’è il rispetto assoluto del suo corpo e della sua mente, troppe volte ho
assistito personalmente a scene in cui un educatrice si rivolgeva ai bambini
con epiteti o urlando, nulla deve giustificare questo, e non aggiungo altro.
- Fattore economico, distanza.
Ho elencato per primi i punti che
ritengo importantissimi, ovviamente poi nella scelta hanno il loro peso anche
il costo della scuola e la comodità di averla quanto più possibile vicina, non
nego che all’inizio, nella mia inesperienza, ho basato quasi esclusivamente su
questi aspetti la mia scelta, ero davvero convinta che più o meno ogni asilo
fosse valido e comunque non molto diverso da tutti gli altri… sbagliavo.
- Fidatevi del vostro istinto
Ho lasciato questo punto per
ultimo ma è importantissimo, forse è quello che davvero vi farà decidere alla
fine sulla scuola per vostro figlio, perché alla fine la differenza più grande
nella qualità in una scuola sia pubblica sia privata la fanno le singole
persone, potete scegliere la struttura più bella e più all’avanguardia del
paese ma se la maestra di vostro figlio non è empatica, non riesce a
trasmettere emozioni, non riesce a coinvolgere i bambini, non serve a nulla. Il
bambino in età prescolare ha bisogno ancora moltissimo del punto di
riferimento, della persona adulta cui chiedere aiuto, protezione, affetto,
solidarietà o anche solo un sorriso, a scuola se la maestra trasmette e da
tutto questo state sicuri che i bambini che segue staranno bene, nel momento in
cui troverete un’educatrice che a pelle vi piace, vi ispira fiducia, la sentite
idonea per il vostro bambino, fermatevi perché la ricerca è sicuramente finita.
La scuola materna non è
obbligatoria, ma per molte famiglie è necessaria perché entrambi i genitori
lavorano e non c’è la possibilità di seguire i propri figli fino all’inizio
della scuola dell’obbligo, ma credo anche che possa diventare un’esperienza
positiva e stimolante per il bambino se
viene accolto in un ambiente rispettoso della sua integrità e della sua
autenticità, sono convinta che è possibile per un bambino frequentare
volentieri “l’asilo”, e noi genitori possiamo fare molto perché questo si
verifichi nella maggior parte delle scuole, dobbiamo solo non stancarci di
interessarci attivamente a quello che succede giornalmente a scuola, dobbiamo
mantenere un dialogo costante con le educatrici, non avere timore di chiedere,
chiarire, informare, e soprattutto dobbiamo ascoltare il nostro bambino, lui
per primo ci fornirà elementi per agire e per aiutare a migliorare la realtà
che lo circonda.