martedì 9 aprile 2013

Lo sculaccione



La mia generazione fa ancora molta fatica a liberarsi dal mito dello “sculaccione al momento giusto” e più in generale dalla convinzione che la punizione corporale sia necessaria ai fini di una buona educazione. Il motivo è semplice, le generazioni passate ne hanno fatto un largo uso, e siamo tutti portati inconsapevolmente a ripercorrere i metodi educativi dei nostri genitori, loro sono stati i nostri modelli di riferimento, i nostri esempi, loro ci hanno insegnato cosa si doveva fare per vivere e sopravvivere. Fortunatamente la società si evolve, magari più lentamente di quanto vorremmo, ma i segnali di un progresso e della conquista di maggiore consapevolezza ci sono. Sono convinta che la punizione corporale (sculaccione, schiaffo, strattone, tirata di capelli, ecc..) non ha nulla di educativo e che non esista motivo che lo giustifichi a nessuna età e in nessun caso. Mi è capitato spesso di vedere sentimenti di compassione e di indignazione innanzi alla scena di un padrone che punisce un cane  perché magari era scappato o aveva abbaiato senza motivo, (oggi tra l’altro nei centri di addestramento per cani la punizione corporale non è assolutamente presa in considerazione, piuttosto si procede con il rinforzo positivo) ma se al parco giochi un genitore assesta uno sculaccione al proprio bambino perché non si comporta a dovere non dico che raccolga sempre un applauso, ma la cosa passa spesso nell'indifferenza generale. Ho cominciato quindi a chiedermi se è davvero possibile che i nostri bambini siano meno degni di rispetto di un cucciolo d’animale. Eppure la punizione corporale è violenza, è inutile girarci intorno, nel momento in cui colpisco il corpo di un bambino con l’intento di procurargli dolore o anche solo paura è violenza. Le incomprensioni, i litigi, i dissapori fanno parte delle relazioni umane, anche tra moglie e marito, tra partner, è difficile essere sempre e comunque d’accordo, è invece normale che a volte si crei un clima di tensione e che la rabbia si faccia sentire, ma non per questo è scontato che “si arrivi alle mani”; se mio marito mi picchiasse in un momento di rabbia potrei denunciarlo, ma un bambino? Cosa può fare un bambino piccolo quando viene picchiato? E perché il corpo di un adulto deve essere rispettato più del corpo di un bambino? Nessun adulto accetterebbe senza provare frustrazione, rabbia, senso di impotenza e di ingiustizia,  di essere costretto a fare qualcosa sotto la minaccia di una punizione corporale, eppure pretendiamo questa mutua accettazione da parte dei nostri figli: “ se non fai come ti dico, vedrai quante ne prendi!”, quante volte abbiamo sentito questa frase? Provate a minacciare così un adulto e vedrete la reazione! Purtroppo dobbiamo ricordarcelo (perché troppo spesso ce lo dimentichiamo): un bambino è una persona e in quanto persona ha per lo meno gli stessi diritti di un adulto. La punizione corporale come metodo educativo è quanto di più incoerente ci sia, un genitore generalmente si prodiga nell'insegnare al proprio figlio che “ le mani addosso non si mettono”, credo che sia capitato ad ogni genitore di intervenire in qualche disputa tra bambini in cui si rischiava di veder volare qualche “manata” o qualche spintone, eppure spesso quello stesso genitore si permette di correggere il proprio figlio a suon di scapaccioni, che messaggio credete possa recepire il bambino in questo modo? Il bambino impara soprattutto dall'esempio, se il genitore per primo usa le mani per risolvere i conflitti (sia con i figli sia con gli adulti) il bambino sarà inevitabilmente portato ad applicare lo stesso sistema, con la violenza si insegna solo ad essere violenti. E’ possibile che nell'immediato qualche effetto si ottenga con la punizione corporale o con la minaccia della punizione, il bambino sa perfettamente di essere più debole del genitore e probabilmente per pura paura (e non necessariamente perché ha capito il motivo che ha fatto scattare la punizione) si comporterà come desiderate, ma quando sarà abbastanza grande e forte da imporre anche fisicamente la propria volontà non è assicurato che non usi lo stesso sistema per ottenere quello che vuole con voi o con le altre persone, oppure al contrario potrebbe sviluppare una mancanza di fiducia  nel prossimo assieme ad un senso di impotenza tali da diventare la classica vittima della prepotenza altrui. La punizione corporale infatti passa solamente un messaggio in modo chiaro al bambino: l’unica legge che vale è legge del più forte, è questo l’insegnamento che vogliamo davvero lasciare ai nostri figli?
In alcuni paesi europei lo sculaccione assieme a qualsiasi altra punizione corporale è proibita per  legge, in Italia si è perseguibili per legge per “abuso di mezzi correttivi” quando ormai il bambino è finito all'ospedale magari, e le statistiche in questo senso non sono certo consolanti, c’è molto da fare ancora per tutelare al meglio il nostro futuro, i nostri figli, loro sono quanto di più prezioso abbiamo, sono la promessa di una società migliore, libera da violenza e prevaricazione, perché ogni bambino viene al mondo con unico bisogno ed un unico desiderio: essere amato e amare, siamo noi adulti che purtroppo violando sistematicamente l’integrità del bambino, negandogli il rispetto dovuto, non riconoscendo la sua autenticità ne facciamo con il tempo un altro adulto incapace di trovare soluzioni alternative alla violenza.

Per approfondire : http://www.nontogliermiilsorriso.org/drupal/articoli/botte-fin-di-bene-non-esistono#.UWQmx6KzJsM

1 commento:

  1. Sono contenta di avere l'opportunità di leggere queste parole piene d'amore e di buon senso!Sei una mammma perfetta e una cognata che sa di avere tre tesori enormi:il marito e i piccoli bimbi.Baci, Ketty

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